Intrevista: Carlo Marchione, la chitarra che rivisita Mozart
Posted on October 25, 2016
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2.Via dall’Italia 23 anni fa. Differenze tra i paesi, rimpianti tuoi, considerazioni chitarristiche; gli altri paesi ti sembrano più recettivi riguardo alla musica? (domanda tendenziosa)
Quando nel 1993 lasciai l’Italia per trasferirmi a Berlino la situazione in Europa era in effetti abbastanza disuguale, con la Germania come paese chitarristicamente più avanzato. Oggi come oggi, sicuramente anche grazie alla facilità di spostamento (low cost airlines che volano anche in posti reconditi del pianeta) e di comunicazione (internet, social networks) la situazione mi sembra molto cambiata. Il corpo docenti e gli studenti si sono fantasticamente internazionalizzati. Dovunque si volga lo sguardo, a dispetto di una innegabile crisi economica in Europa, fioriscono sempre più Festivals di chitarra, tutti perfettamente organizzati e di altissimo livello. Oltre a ciò quasi ogni grande Festival ha un Concorso Internazionale annesso con tutti i vantaggi che i ragazzi ne possono trarne. La cosa che però a me salta di più all’occhio, o meglio all’orecchio, è l’innalzamento impressionante e globale del livello dei giovani musicisti. Riguardo la ricettività, il problema secondo me non è tanto di quanta musica un paese possa offrire quanto il livello di questa e, soprattutto, del posto che la musica occupa nella vita della gente. In altre parole: non serve avere tanti soldi se poi la musica serve solo da inutile ornamento e background. Per questo preferisco suonare gratis per un pubblico per il quale la musica è questione di vita o morte, così come lo è per me.
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3. La didattica indiscussa del Maestro, che porta saggiamente la propria tecnica per masterclasses in giro per il mondo.
Io amo visceralmente insegnare, condividere le mie conoscenze ma anche i miei dubbi con i ragazzi. Grazie a questa mia attitudine devo dire di non aver mai avuto scontri con gli studenti, loro sanno che do loro solo informazioni e che non provo a distorcere la loro personalità artistica per ottenere una serie di cloni. Uno dei più bei complimenti che ho ricevuto durante la mia carriera di insegante me lo regalò un commissario esterno d’esami, direttore d’orchestra e pianista. Quell’anno ben 7 studenti suonarono l’Elegia di Mertz. Quando vide i programmi fece, comprensibilmente, una faccia terrorizzata alla fine però mi disse: ma la suonano tutti differente! Lo stesso brano eppure sembrano sette brani completamente differenti! Ecco, questo è ciò che provo ad insegare: rispetta le basi che il compositore ha posto con il testo musicale e su queste costruisci la tua propria interpretazione. Saltare all’occhio solo per eccentricità non fa parte del mio bagaglio di insegante (e di interprete).
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4.La ricerca del suono perfetto, esiste il suono perfetto?
Hmmm, chiederesti mai ad una persona se esiste il tono di voce perfetto? Forse faremmo meglio a parlare di suono appropriato. Voglio dire: se stai guidando a Roma a viale Marconi nell’ora di punta, il commento che fai all’autista del veicolo che ha appena provato a tagliarti la strada per guadagnare mezzo metro lo farai con un tono di voce differente da quello che avresti se devi dare la buona notte alla tua bambina. L’accordo mostruoso dell’adagetto della decima di Mahler non richiede sicuramente un bel suono, soprattutto la tromba deve uscire fuori con un La lancinante e…brutto! La stessa tromba che in Petrushka dovrà produrre un suono brillante e giocoso. Potremmo continuare all’infinito.
INTERVISTA A….
Carlo Marchione è da sempre il mito-talento che scappò dall’Italia, oggi invece resta ugualmente il mito italiano che ci invidia mezzo mondo, e con ragione. Ci ho studiato poco, ma mi ha fornita di chiavi di lettura pazzesche, quindi aspetto il prossimo stage. Intanto, come promesso a Rust, lo intervisto per la gioia di tutti noi .
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Carlo, trascrizione nuova di Mozart,Adagio K.540, dobbiamo aggiungere anche la tua M dopo la K di Köchel ! Wolfgang per chitarra, effetto tutto nuovo e affatto sgradevole, anzi. La maturazione dell’idea fino al suo sviluppo, la nuova partitura, raccontaci le fasi della “lavorazione”.
Hahaha! Catalogo Marchione-Köchel…fa un certo effetto! Il problema è che il mio catalogo consisterebbe solo del M1, M2 e M3. Mozart è un compositore che, a differenza di quello che propagano molte leggende urbane, è tra i più complessi da suonare, immagina trascriverlo per chitarra! Per questo fino ad oggi mi sono azzardato a suonare solamente 3 brani del Divino. L’Adagio oltre ai classici problemi di trascrizione dal piano alla chitarra, presentava anche il problema di un uso quasi schubertiano delle tonalità, la maggior parte delle quali molto incomode per il nostro strumento. Potrai quindi già immaginare che la prima fase è stato un corteggiamento molto prudente. La scelta della tonalità per esempio: da si minore a mi minore; la scelta dell’accordatura: tradizionale? Con la 6sta in re? Con la 3za in fa#? Con 6sta in re e 3za in fa#/…Alla fino ho scelto di mantenere quella tradizionale perché c’è un passaggio direi iconico, del brano che suona bene e, anzi, meravigliosamente bene, solo con questa accordatura e in nella tonalità di mi minore, cosicché posso dire di avere costruito la mia trascrizione eleggendo questo passaggio come epicentro di essa. Le prime esecuzioni in pubblico hanno fatto sì che abbia potuto sempre più affinare e pulire passaggi che, anche se correttamente trascritti, non rendevano come volevo. La trascrizione che si può comprare nel mio online shop è quindi il risultato del mio amore smisurato per questo compositore e, soprattutto, di anni di errori e arrabbiature :-DDD